"Cambalache" è uno dei tanghi più celebri e significativi di Enrique Santos Discépolo, scritto nel 1934. Discépolo, oltre ad essere il paroliere, è anche il compositore del brano, conferendo al tango un’impronta personale e unica. Questo brano nasce in un periodo storico di forti tensioni politiche e sociali in Argentina, segnato dalla Grande Depressione e dalla corruzione politica dilagante. La società argentina viveva un momento di grande disuguaglianza, in cui le classi sociali si trovavano in una posizione di contrasto tra povertà estrema e ricchezze ostentate.
Il titolo, "Cambalache", è un termine lunfardo che indica un miscuglio o un mercato di oggetti usati, evocando la confusione morale e l’opportunismo del tempo. Discépolo lo compose inizialmente come parte della colonna sonora del film "El alma del bandoneón". Tuttavia, il tango ebbe una vita propria, diventando un manifesto sociale che superava i confini della semplice melodia e penetrava nelle coscienze del pubblico.
Questo brano ha conosciuto anche momenti di censura. Durante la dittatura militare in Argentina, il suo contenuto critico fu considerato sovversivo e, per anni, fu vietata la sua diffusione.
Tra le interpretazioni più significative di "Cambalache" spiccano quelle di Enrique Santos Discépolo, Juan D'Arienzo con Echagüe e Rubén Juárez. Discépolo, l’autore stesso, ha offerto una versione intima e recitata che enfatizza l’ironia e la disillusione del testo. La sua interpretazione è fondamentale poiché rappresenta l’espressione più autentica della visione del mondo che intendeva comunicare, intrisa di dolore e sarcasmo. Attraverso il suo stile unico, Discépolo ha conferito un’anima teatrale al tango, rendendolo un simbolo di denuncia sociale.
Juan D'Arienzo, noto come "El Rey del Compás", ha trasformato il brano in un classico grazie alla sua orchestrazione dinamica e al caratteristico ritmo energico. La voce inconfondibile di Echagüe ha dato profondità al testo, enfatizzando il contrasto tra il ritmo vivace e il significato critico del brano. Questa versione rimane una delle più rappresentative della tradizione tanguera.
Rubén Juárez, con il suo stile intenso e passionale, ha aggiunto un’ulteriore dimensione emotiva al tango. La sua interpretazione, caratterizzata dalla profondità della sua voce e da una sensibilità unica, ha reso il brano particolarmente toccante, portando in primo piano le sfumature malinconiche e drammatiche del testo.
Il testo di "Cambalache" fu scritto dallo stesso Enrique Santos Discépolo e rappresenta una critica corrosiva ai mali della società. Discépolo descrive un mondo in cui i confini tra il bene e il male si sono dissolti, in cui "è lo stesso essere un delinquente o un grande professore".
La denuncia non è solo locale, ma universale. I temi trattati sono l’ipocrisia, la corruzione, la perdita di valori morali e il cinismo di una società che, pur riconoscendo i propri difetti, non sembra in grado di cambiare. Il tono è sarcastico, ma anche disperato, riflettendo il sentimento di impotenza davanti alla decadenza della civiltà.
Il testo completo di "Cambalache" di Enrique Santos Discépolo, accompagnato dalla traduzione in italiano:
Que el mundo fue y será una porquería, ya lo sé,
en el quinientos seis
y en el dos mil también.
Que siempre ha habido chorros,
maquiavelos y estafaos,
contentos y amargaos,
valores y dublé.
Pero que el siglo veinte
es un despliegue
de maldá insolente,
ya no hay quien lo niegue.
Vivimos revolcaos
en un merengue
y en el mismo lodo
todos manoseaos.
¡Hoy resulta que es lo mismo
ser derecho que traidor!
¡Ignorante, sabio o chorro,
generoso o estafador!
¡Todo es igual!
¡Nada es mejor!
¡Lo mismo un burro
que un gran profesor!
No hay aplazaos
ni escalafón,
los inmorales
nos han igualao.
Si uno vive en la impostura
y otro roba en su ambición,
¡da lo mismo que sea cura,
colchonero, rey de bastos,
caradura o polizón!
¡Qué falta de respeto, qué atropello
a la razón!
¡Cualquiera es un señor!
¡Cualquiera es un ladrón!
Mezclao con Stavisky va Don Bosco
y "La Mignón",
Don Chicho y Napoleón,
Carnera y San Martín.
Igual que en la vidriera irrespetuosa
de los cambalaches
se ha mezclao la vida,
y herida por un sable sin remaches
ves llorar la Biblia
contra un calefón.
¡Siglo veinte, cambalache
problemático y febril!
El que no llora no mama
y el que no afana es un gil!
¡Dale nomás!
¡Dale que va!
¡Que allá en el horno
nos vamo a encontrar!
¡No pienses más,
sentate a un lao,
que a nadie importa
si naciste honrao!
Es lo mismo el que labura
noche y día como un buey,
que el que vive de los otros,
que el que mata, que el que cura
o está fuera de la ley...
Traduzione in italiano:
Che il mondo è stato e sarà una porcheria, lo so,
nel millecinquecentosei
e nel duemila anche.
Che ci sono sempre stati ladri,
machiavellici e truffatori,
contenti e amareggiati,
valori autentici e falsi.
Ma che il ventesimo secolo
è un dispiegamento
di malvagità insolente,
ormai nessuno lo nega.
Viviamo rivoltati
in un pasticcio
e nello stesso fango
tutti manipolati.
Oggi risulta che è lo stesso
essere onesto o traditore!
Ignorante, saggio o ladro,
generoso o truffatore!
Tutto è uguale!
Niente è migliore!
Lo stesso un asino
che un grande professore!
Non ci sono bocciati
né graduatorie,
gli immorali
ci hanno uguagliato.
Se uno vive nell'impostura
e un altro ruba per ambizione,
è lo stesso che sia prete,
materassaio, re di bastoni,
faccia tosta o clandestino!
Che mancanza di rispetto, che oltraggio
alla ragione!
Chiunque è un signore!
Chiunque è un ladro!
Mischiato con Stavisky va Don Bosco
e "La Mignón",
Don Chicho e Napoleone,
Carnera e San Martín.
Proprio come nella vetrina irrispettosa
dei rigattieri
si è mescolata la vita,
e ferita da una sciabola senza lama
vedi piangere la Bibbia
contro uno scaldabagno.
Ventesimo secolo, cambalache
problematico e febbrile!
Chi non piange non poppa
e chi non ruba è un fesso!
Dai, avanti!
Dai che va!
Che là nel forno
ci andremo a incontrare!
Non pensarci più,
siediti da una parte,
che a nessuno importa
se sei nato onesto!
È lo stesso chi lavora
notte e giorno come un bue,
che chi vive degli altri,
che chi uccide, che chi cura
o sta fuori dalla legge...
Le parole di "Cambalache" sono diventate quasi un proverbio per la loro capacità di descrivere, in modo lapidario, le contraddizioni e i mali che affliggono ogni società, indipendentemente dall’epoca o dal luogo.
Un tango senza tempo "Cambalache" è molto più di un semplice tango: è un ritratto universale delle debolezze umane e una denuncia sociale che ha attraversato quasi un secolo rimanendo attuale. La sua forza risiede nella capacità di parlare a chiunque, in qualunque epoca, con una lucidità e una verità che colpiscono ancora oggi.
Fonti: