La musica e la danza che hanno dato origine al tango
La milonga nasce tra il 1860 e il 1880 sulle rive del Río de la Plata, nelle città di Buenos Aires e Montevideo. È qui, in un contesto di grande fermento sociale e culturale, che si sviluppa una forma musicale e coreutica che unisce il canto improvvisato dei gauchos, i ritmi africani delle comunità afrodiscendenti, le melodie europee portate dagli immigrati e le influenze caraibiche giunte dai porti dell’America Latina. Prima ancora del tango, è la milonga a dare voce e corpo a questo crocevia di culture.
Le sue radici affondano nella payada, poesia cantata e improvvisata tipica delle pampas, eseguita dai payadores accompagnati dalla chitarra. La “milonga campera” – prima forma della milonga – nasce proprio da questo contesto rurale e si diffonde come espressione popolare nelle feste e nei raduni comunitari.
Il termine “milonga” potrebbe derivare da una lingua africana e significare “parola”, richiamando l’essenza dialogica e verbale della payada de contrapunto, una sorta di duello poetico-musicale tra cantori.
Con la migrazione dei gauchos verso la periferia urbana, dovuta a trasformazioni economiche e sociali della fine dell’Ottocento, la milonga cambia ambiente e si trasforma. Nelle zone popolari di Buenos Aires e Montevideo, si contamina con il candombe africano, l’habanera cubana e le danze europee. Nasce così la “milonga porteña”, più sincopata, ballabile e adatta agli spazi chiusi dei conventillos, delle osterie e delle sale da ballo. È da questo terreno comune che nascerà in seguito il tango.
Musicalmente, la milonga si distingue per un ritmo incalzante e vivace, derivato in gran parte dall’habanera. La sua metrica in 2/4 è caratterizzata da una suddivisione sincopata che genera un senso di moto continuo: il primo quarto, tempo forte, viene suddiviso in una croma e mezza seguita da un sedicesimo (traspié), che dà slancio a due crome sul secondo quarto. Nella pratica, entrambi i quarti diventano danzabili, generando una pulsazione costante e ininterrotta.
Il risultato è una musica senza sospensioni, che mantiene costantemente l’energia in avanti. Anche quando il numero di battiti al minuto è simile a quello del tango, la milonga risulta più veloce e densa. Il suo carattere leggero, frizzante e popolare è rafforzato dall’influenza dell’habanera, che ha contribuito a modellarne l’andamento ritmico, unendo dinamismo e slancio.
Nel tempo, la milonga ha saputo mantenere la propria identità musicale, diventando un repertorio autonomo, riconoscibile non solo per il suo ritmo incalzante, ma anche per l’andamento narrativo e la forza espressiva che richiamano le sue origini poetiche e popolari.
La milonga come danza conserva lo spirito energico e diretto della musica che la sostiene. A differenza del tango, i movimenti sono più rapidi, fluidi e lineari. Si lavora spesso con traiettorie oblique e con uno spostamento più immediato del peso, facilitato da una maggiore mobilità di spalle e bacino. Il corpo si muove senza rigidità, sfruttando un'azione basculante che permette di reagire con prontezza ai rapidi cambi di direzione richiesti dal ritmo sincopato.
Le chiusure di passo tipiche del tango vengono spesso sostituite da transizioni continue, senza fermate strutturali. Nella milonga non c’è il tempo per soffermarsi: tutto fluisce. A livello coreografico, pur impiegando figure simili al tango, la milonga predilige soluzioni più semplici e immediate. Può essere danzata in forma lisa, marcando ogni battito con un singolo passo, oppure con traspié, accentuando le suddivisioni ritmiche con appoggi doppi e spezzati. Alcuni ballerini adottano anche la modalità in doppio tempo continuo, seguendo tutte le crome senza interruzioni.
La milonga è quindi una danza di prontezza e di gioco, che unisce precisione e vitalità. Non richiede l’introspezione del tango, ma invita a lasciarsi trascinare dal ritmo, a giocare con lo spazio e a rispondere con naturalezza all’energia della musica. Ancora oggi, nei saloni e nelle milonghe di tutto il mondo, il suo spirito vive con la stessa forza di allora: diretto, popolare, autentico.