La leggerezza del valzer nella sensibilità del tango
Il vals criollo, o vals argentino, nasce a Buenos Aires nei primi decenni del Novecento come espressione dell’incontro tra la cultura musicale europea e l’identità del tango rioplatense. Il valzer, giunto con gli immigrati dall’Europa centrale, in particolare dall’Austria e dalla Germania, portava con sé la raffinatezza del valzer viennese, ma fu presto rielaborato dalle orchestre del Río de la Plata in una forma più leggera, intima e accessibile. Il risultato fu un nuovo genere musicale, parente del valzer tradizionale ma fortemente trasformato: più veloce, meno orchestrato, e soprattutto adattato alla sensibilità e ai codici del tango.
Questo processo diede vita a un genere autonomo, in cui la ciclicità della metrica ternaria si fonde con l’espressività del tango, dando vita a un ballo fluido e rotondo, che conserva la nostalgia e l’eleganza, ma con una leggerezza più simile al valzer musette francese che al valzer salottiero dell’Ottocento europeo.
La struttura metrica del vals criollo si basa sul classico 3/4, con un primo battito forte seguito da due battiti deboli. Questa scansione ternaria è ciò che conferisce al genere quella tipica sensazione di ciclicità, di continuità morbida e di leggerezza. A differenza del tango, che poggia su un tempo binario con una chiara alternanza tra forte e debole, il vals propone un moto perpetuo più rotondo.
Dal punto di vista dell’interpretazione ritmica, il ballerino può scegliere diverse modalità di marcare il tempo: la più comune è quella “a tempo”, che valorizza il primo battito di ogni battuta. Ma l'interpretazione della base ritmica nel vals consente anche letture più complesse e raffinate, con appoggi su 1-2, 2-3, 1-3 oppure addirittura su tutti e tre i tempi (1-2-3), nel cosiddetto doppio tempo continuo. Questa varietà interpretativa permette di giocare con le frasi musicali, di accompagnare i cambi dinamici dell’orchestra e di rendere ogni giro o figura un piccolo viaggio musicale.
Nella danza, il vals criollo conserva le tecniche fondamentali del tango, ma rielaborate secondo una logica diversa. La rotondità della musica si traduce in una preferenza per i movimenti circolari: giri continui, cadena, spirali e rotazioni che si adattano perfettamente al fraseggio musicale. La velocità più sostenuta del tempo ternario, unita alla leggerezza dell’accentazione, favorisce un uso del corpo più elastico, meno marcato rispetto al tango.
Pur restando valide tutte le strutture del tango, alcune subiscono un adattamento: le sequenze lineari vengono rilette con relazioni orbitali più fluide, e il sistema di appoggio privilegia spesso il cruzado, più dinamico, rispetto al parallelo. Il movimento diventa meno scattante e più continuo, i cambi di direzione meno bruschi, e l’abbraccio si ammorbidisce, accompagnando con naturalezza il fluire musicale.
Il vals criollo, più che una variante del tango, è un universo stilistico a sé, dove la leggerezza del valzer incontra la profondità emotiva del linguaggio rioplatense. Una danza intima e luminosa, che trasporta chi la balla in un vortice armonioso di ritmo e sentimento.