Di Dario Pizzini del 27 febbraio 2025
Composto nel 1897 da Rosendo Mendizábal, "El Entrerriano" è considerato uno dei primi tanghi strumentali pubblicati, segnando una pietra miliare nella storia del tango argentino. Mendizábal, pianista afro-argentino, presentò per la prima volta questo brano il 25 ottobre 1897 nel locale di María Rangolla, conosciuta come "La Vasca". La melodia vivace e "canyengue" del tango affascinò immediatamente il pubblico, contribuendo a definire la struttura a tre parti tipica dei tanghi dell'epoca.
Il titolo "El Entrerriano" è un omaggio a Ricardo Segovia, un estanciero della provincia di Entre Ríos e membro del "Z Club", un gruppo esclusivo di giovani dell'alta società di Buenos Aires. Durante una serata al locale di "La Vasca", Mendizábal eseguì per la prima volta il brano e, su suggerimento del ballerino José Guidobono, lo dedicò a Segovia.
"El Entrerriano" fu pubblicato tra il 1897 e il 1898, con il nome dell'autore indicato come "A. Rosendo". Curiosamente, il titolo sulla partitura originale presentava un errore ortografico, essendo scritto come "El entreriano".
Rosendo Mendizábal proveniva da una famiglia afro-argentina benestante. Suo padre, Horacio Mendizábal, era un poeta e scrittore, mentre suo nonno, anch'egli di nome Rosendo, fu un pioniere politico afro-argentino e membro della Legislatura di Buenos Aires.
Nel corso degli anni, "El Entrerriano" è stato interpretato da numerose orchestre e artisti di rilievo. Una delle prime registrazioni del brano fu realizzata da Eduardo Arolas nel 1913, catturando l'essenza del tango delle origini.
Aníbal Troilo lo registrò due volte, nel 1944 e nel 1952, dando al brano una profondità emotiva e una complessità musicale tipica del suo stile.
Osvaldo Pugliese ne propose una versione intensa e passionale nel 1968, caratteristica del suo modo di interpretare il tango.
Juan D'Arienzo realizzò una delle versioni più celebri nel 1953, imprimendo al brano la sua inconfondibile marcazione ritmica, energica e trascinante, che rese il pezzo particolarmente adatto al ballo.
Astor Piazzolla, con il suo Octeto Buenos Aires nel 1957, reinterpretò il brano con un tocco innovativo, mescolando tradizione e modernità.
Per ascoltare una di queste interpretazioni, ecco una serie di link YouTube:
Originariamente composto come brano strumentale, "El Entrerriano" ha ispirato diversi autori a scrivere testi per la melodia. Tra questi, il più noto è quello di Homero Expósito, che aggiunse parole al brano negli anni '40.
Il testo di Expósito delinea la figura dell’"entrerriano", un personaggio che incarna lo spirito del tango e la tradizione argentina, un uomo fiero della sua origine provinciale, ma perfettamente integrato nell’ambiente urbano della milonga. L'entrerriano non è solo un ballerino di talento, ma un uomo che porta con sé un’identità forte, quella dell’uomo di provincia che si fa rispettare in città grazie al suo coraggio, alla sua fierezza e alla sua capacità di destreggiarsi nelle situazioni più complesse.
Il testo mette in evidenza un forte senso di orgoglio per la propria provenienza. L’entrerriano è milonguero e provinciale, ma anche un po' compadrito, un termine che nel linguaggio del tango si riferisce a un uomo di strada, astuto e sicuro di sé, che sa farsi valere sia nella danza che nei rapporti sociali. Questo personaggio non è solo un eccellente ballerino, ma anche un uomo che vive il tango come un’espressione della sua identità e del suo carattere.
Nel testo, l’entrerriano è descritto come un uomo che si distingue nella milonga grazie alla sua abilità nel ballo e al suo atteggiamento sicuro e affascinante. La frase "Voy metiéndome hasta el mango" suggerisce che si immerge completamente nel tango, lasciandosi trascinare dalla musica e dal ritmo, dominando la pista da ballo con la sua presenza e il suo stile. Il tango, per lui, non è solo una danza, ma un modo di affermarsi, di esprimere la sua passione e la sua visione del mondo.
Il ritornello sottolinea la connessione tra il tango e il sentimento, descrivendo l’atto del ballo come un’esperienza quasi amorosa, dove l’uomo guida la donna in un abbraccio stretto, sentendo il battito del suo cuore e la tensione del movimento. Il tango, quindi, diventa il linguaggio con cui l’entrerriano esprime la sua personalità e il suo carisma.
Infine, il testo mette in luce il legame tra l’entrerriano e la sua terra d’origine. Anche se ha conquistato la scena della milonga urbana, egli rimane sempre legato alle sue radici, portando con sé l’orgoglio e la determinazione della sua gente. Il suo nome viene riconosciuto nei quartieri, tra Sud e Nord, come sinonimo di eccellenza nel tango.
Sabrán que soy el Entrerriano,
que soy
milonguero y provinciano,
que soy también
un poquito compadrito
y aguanto el tren
de los guapos con tajitos.
Y en el vaivén
de algún tango de fandango,
como el querer
voy metiéndome hasta el mango,
que pa'l baile y pa'l amor
sabrán que soy
siempre el mejor.
¿Ven, no ven lo que es bailar así,
llevándola juntito a mí
como apretando el corazón?...
¿Ven, no ven lo que es llevarse bien
en las cortadas del querer
e nella milonga dell'amore?...
Todo corazón para el amor
me dio la vida
y alguna herida
de vez en vez,
para saber lo peor.
Todo corazón para bailar
haciendo cortes
y al Sur y al Norte
sulen gritar
que el Entrerriano es el gotán.
Saprete che sono l'Entrerriano,
che sono
milonguero e provinciale,
che sono anche
un po' compadrito
e sopporto il confronto
dei coraggiosi con le cicatrici.
E nel movimento
di qualche tango di fandango,
come l'amore
mi immergo fino in fondo,
che per il ballo e per l'amore
saprete che sono
sempre il migliore.
Vedete, non vedete cosa significa ballare così,
portandola vicino a me
come stringendo il cuore?...
Vedete, non vedete cosa significa andare d'accordo
nei vicoli dell'amore
e nella milonga dell'amore?...
Tutto cuore per l'amore
mi ha dato la vita
e qualche ferita
di tanto in tanto,
per conoscere il peggio.
Tutto cuore per ballare
facendo figure
e al Sud e al Nord
sono soliti gridare
che l'Entrerriano è il tango.
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