"Tango, no me dejes nunca" (1998)
Tango (1998)
"Tango, no me dejes nunca" (1998) di Carlos Saura è un film che esplora l'essenza profonda del tango attraverso lo sguardo di un regista. Carlos Saura, noto per la sua maestria nel catturare le danze tradizionali, intreccia in questo film elementi documentaristici e di finzione, creando un viaggio tra le radici e le sfumature emotive del tango. La trama ruota attorno a Mario Suárez, un regista che, dopo una difficile separazione, decide di mettere in scena uno spettacolo di tango, immergendosi in un mondo di amore, gelosia e tradimento.
Saura utilizza la produzione dello spettacolo come cornice per esplorare l'arte del tango e i sentimenti che esso suscita. La relazione tra Mario e i ballerini, in particolare la giovane Elena, sua musa e nuovo amore, si sviluppa sullo sfondo delle prove, delle coreografie e della musica, rivelando le molteplici sfaccettature della danza argentina. La pellicola diventa così un ritratto intimo e complesso del tango, raccontato attraverso i corpi e le emozioni dei suoi interpreti.
L'atmosfera visiva del film è resa ancora più intensa dall'uso magistrale della luce, curato da Vittorio Storaro, che dona al film un’aura onirica. Le scene di danza sono arricchite da giochi di luce e ombre, trasformandosi in veri e propri quadri in movimento. La musica, composta da Lalo Schifrin, spazia tra brani classici e composizioni originali, accompagnando lo spettatore in un viaggio nelle profondità del tango.
"Tango" è stato acclamato dalla critica e ha ricevuto una candidatura all'Oscar come Miglior Film Straniero, contribuendo a consolidare il tango come fenomeno culturale globale. La pellicola non solo esplora l’arte della danza, ma mostra come il tango incarni un universo di emozioni, tradizioni e storie, regalando al pubblico internazionale un’esperienza visiva e sensoriale unica.